Uno dei simboli a cui sono più affezionato è senza dubbio l’unalome.
Ricordo che una delle prime volte che lo vidi era nel nord della Thailandia. Ce ne erano disegnati tre all’interno del tettuccio dell’abitacolo. L’autista mi spiegò che era usanza per far benedire l’auto nuova, era la sua assicurazione.
Ne rimasi affascinato. I simboli sono potenti, nascono per esprimere ciò che si trova oltre le parole.
Nel mondo buddista, l’unalome rappresenta il cammino spirituale di chi, attraverso le difficoltà, avanza verso l’illuminazione. La parte bassa di questo simbolo, formata da una spirale, è l’inizio del percorso – anzi, oserei dire che rappresenta la fase ancor prima dell’inizio del percorso, perché è la fase in cui ancora non sappiamo davvero “che pesci prendere”, la fase del puro caos, quella in cui, persi, si gira in tondo.
A un certo punto però si esce dalla spirale, un bagliore di luce ci direziona. Con buona fede e volontà, intraprendiamo una qualche strada che sembra essere quella giusta.
Ma la strada è ancora molto lunga e spesso, per riuscire ad andare ancora avanti, dobbiamo fare un passo indietro, scoprendo che la direzione giusta era proprio quella opposta.
Tuttavia, se restiamo vigili, se rimaniamo capaci di sviluppare e mantenere quello stato di presenza e di osservazione attiva che ci ha permesso di uscire dalla spirale, continueremo comunque a sbagliare un numero imbarazzante di volte. Ma, di volta in volta, recupereremo sempre più in fretta, semplificando il dedalo della spirale finché questa non si trasformerà in una linea semplice, che punta a un cerchio perfetto.
Se penso, ad esempio, a uno degli esercizi più comuni come i piegamenti a terra sulle braccia (comunemente detti flessioni) e alle sue esecuzioni, penso all’incalcolabile numero di volte in cui ho cambiato – e continuo a cambiare – modo di farli, a seconda di una nuova teoria studiata o di una nuova sensazione colta nella presenza del mio essere. Talvolta provo invidia per coloro che sanno quale sia il modo giusto di fare le cose. Io credo onestamente che non lo saprò mai, che continuerò a fare una cosa e poi a sperimentare il suo opposto, in attesa che si palesi quella verità che, come si dice, sta nel centro.
Una curiosa osservazione di cui posso prendermi il merito (solo perché, nelle mie varie ricerche, non ho finora ritrovato la medesima associazione) è il fatto che il simbolo dell’unalome è straordinariamente simile alla proiezione ortogonale della spirale conica derivata dalla Sezione Aurea e dalla Successione di Fibonacci (da quindi codici matematici, schemi ripetuti), che danno struttura alle cose esistenti nel nostro universo.

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