La penna e la spada, due simboli della mia duplice natura di guerriero e studioso, è il nome che ho dato alla mia raccolta di poesie personali

Dicono la poesia
Dicono la poesia 
sia la lingua di angeli e uccelli
noi diciamo che cantano
tanto i suoni son belli 

non nasce dalla mente 
e dal suo pensare 
è nel battito del cuore 
serve solo ascoltare 

è una lingua che non mente
che non può imbrogliare 
anche quando inventa
è più vera del reale 

serve chiudere gli occhi 
e fermarsi un secondo 
per aprirli a una visione 
più ampia del mondo

Storia di alchimia
Questa è una storia di alchimia
mago o guerriero o chi che sia

ho messo l’amore nei cassetti
e le armi in bella vista
ho imparato con il tempo
che il colpo piu forte
è quello alla sprovvista

come la scimmia irriverente
ho ripercorso ogni torrente
come il leone e la sua asprezza
di ogni bufera ho fatto una brezza

e come dice l’eterna fenice
non è evitando la morte
che si diventa felice
ma imparando a rinascere
con sempre meno timore

fino a vivere una vita
in un singolo palpito del cuore
ora che la vita 
è come questo foglio bianco

fa solo d’appoggio
senza esser mai stanco
ad un opera che per ironia
mi accorgo non essere opera mia

solo l’amore dell’amata
non scambierei con altro destino


ma il mio cuore non trova casa
ovunque vada è clandestino
se ti trovassi vorrei baciarti
sentirti e toccarti

poi vorrei dirti 
che non siamo in tanti
siamo tra quelli 
che danzan con gli astri

ma io sono un fuoco
che ha sete e non beve
Che brama il mercurio
ma fonde la neve

uno strano ibrido
tra scimmia e leone
assemblato a Casaccio
come il suo cognome
Un guerriero
Un guerriero è una visione
non può lasciar la sua missione

Un guerriero è il suo impegno
anche quando 
non vede chiaro il gran disegno

Un guerriero è verità
non vince quando prende
non perde quando dà

Un guerriero è sottomissione
accoglie l’ombra
con accettazione

Un guerriero è immolazione
brucia nella sua passione

Un guerriero è una fanciulla
l’anima chiara come legno di betulla

Un guerriero è un viaggiatore
cerca in ogni direzione

Un guerriero è un contadino
cura pur sempre il suo giardino

Un guerriero è un solitario
il suo compagno è l’avversario

Un guerriero è speranza
non si ferma la sua danza
Figlio del vento
Qui a nessuno interessa
la parola ritmata
è qualcosa che appartiene
a un era passata

interessa la foto
che si possa vedere
con impressa la cosa
che si vuol possedere

ma questa faccenda
non è cosa mia
io sono una spada
che incide poesia

se lo potessero fare
anche i tramonti
li metterebbero in bottiglia
come la natura ha messo
il mare in conchiglia

perché dai palazzi
non si vede più il cielo
sull’anima dell’uomo
è calato un velo

anche l’umanitario
e l’ecologista
pensano infine
ai like su Insta

forse un giorno la spada
con la sua poesia
squarcerà il velo
come per magia

ma nel frattempo
lavora contento
nella tua opera
vigile e attento
aspetta paziente
figlio del vento
Spiaggia nera
In una spiaggia nera
scintillante come il glitter
raffiche di vento
muovono la sabbia
creando scritte
chi pensa che in questo
c’è solo il caso
non vede il bello
che ha sotto il naso

Anima bella
Anima bella
dove ti nascondi
certo, se sei come me
non mi stupirebbe
se avessi scelto altri mondi

rimani lassù
che di scendere non so dirti
se ne vale la pena
arriverò io
tu pensa alla cena

farò del mio meglio
proverò a non far tardi
ti porterei un souvenir
ma qui han solo petardi

se sei come me
so che ti basterà poco
ti porterò una scintilla
tu riaccenderai il fuoco
L’angelo dell’abisso
Sono sceso in molti abissi 
e non è un modo di parlare
di giocare con la sorte
non riesco a rinunciare

il mio cuore batte lento 
di paura non sa tremare
anche se amo i bei tramonti 
nella pace non so stare

sono un fuoco maledetto 
che non smette di bruciare
e scrivendo ciò che sento
posso solo tamponare

se qualcuno lo capisse
non sarebbe da invidiare
come l’angelo caduto
che nell’amore vuol tornare
Caparbia stoltezza
come faccio a dimostrare 
quel che ancora non è colto
è un’istinto innaturale
che non viene mai dissolto

vorrei essere normale
ma è normale che ormai morto
manco fossi il re del male
che fa andare tutto storto

provo a non farmi scoraggiare 
tengo il centro a ferro corto
il respiro rallentare 
voglio prendermi un secondo

con sta luce innaturale
immersi in canti di fanfare 
dentro un vuoto abissale
non sappiamo più ascoltare

come mangiare cibo sano
se siamo immersi dentro al guano
notte e giorno si trivella
ci siam bevuti le cervella
Parole senz’anima
imparare pazienza 
opulenta pietanza 
da più prudenza 
di restare in stanza

rallentare frequenza 
è cambiare sostanza 
all’occorrenza 
ti aiuta abbastanza 

parole a fiume
lasciarle fluire 
nel silenzio muoiono
mene fanno pentire

la bocca tace 
ciò che il corpo ha da dire
gli occhi svuotare
il cuore riempire 

il silenzio è d’oro 
qualcuno lo vende  
parole senz’anima 
che nessuno comprende 
Zombie
vivi di sogni
di arte e canzoni 
non credo agli zombie 
che mangian emozioni

sorridono in foto 
ma sono illusioni
sempre in compagnia
rimangono soli

con i profumi 
camuffan gli odori
ma puzzan di morto 
sono senza cuori 

guardo la luna 
il cielo e le stelle 
sanno già tutto
ma non dicono niente

a chi le brama 
per farci un albergo 
per andare a riempire 
un altro mondo di sterco 

io li boicotto
li faccio a fette
con la mia luce 
li metto alle strette 
In ogni verso
Pensavo a te 
Ti penso adesso 
Ti penso spesso
Ti penso di notte 

Sei tra le righe
Sei in ogni verso 
Sei la mia musa 
Sei ciò che ho perso 

Ovunque io vada 
Sento la tua vita 
Io sono ferro 
Tu la calamita

Il sangue ribolle 
Non sa rinunciare 
Usando quel fuoco 
Ti saprò ritrovare 
Fino al fondo della fossa
tra lanci di coltelli
fumate di spinelli
mentre cerco l’equilibrio
faccio a mazzate coi fratelli

il vero amore è facile
trovarlo non è semplice 
se provi ad accontentarti 
non piangere sei complice 

medito all’infinito
per mudra il terzo dito 
più cerco di placarmi 
più non trovo il paradiso 

più onesto il vero odio 
ci fosse un avversario 
azzanno quindi il sacco  
tipo lupo solitario 

mi spezzo qualche ossa
poi torno alla riscossa  
giocarmi sempre tutto 
fino al fondo della fossa
La musa velata
Son tante le cose
che sai vorrei dirti 
quando non ci sei 
sogno di stupirti

di fare gran cose
di incidere dischi 
dipingere quadri 
con cieli mai visti

portarti su Marte
a bere del whisky 
lasciando lontani 
i pensieri più tristi

ballare semi nudi 
senza essere visti 
intrecciando i cuori 
in generi misti 

scambiandoci i ruoli 
star senza padroni
lontani dal mondo 
da preoccupazioni 

librandoci in volo
cullati dal vento 
sdraiati su nubi
liberi dal tempo 

il mondo ci inganna
ci tiene lontani 
ci vuole per terra
a sporcarci le mani 

vogliamo le cose 
che ci fanno schiavi 
catene e lucchetti
ma senza le chiavi 

sperando in pensione 
di andarsene a bali
ma è un illusione 
siam cibo per squali 

per questo io lotto
perché so che esisti
spezzerò le catene
tu intanto resisti 

per te la mia musa
dal volto coperto 
ti chiederò scusa
del tempo che ho perso 

andremo in un posto
si chiamerà casa
sarà un po’ nascosto 
ma di amici invasa
All’uomo al soldo
Contro la divisa 
dell’uomo vigliacco
che indossa una scusa 
lo stemma del matto

dell’uomo più vile 
il più scorretto 
senza gli attributi
e niente nel petto

pretende ragione
con il manganello 
difende il padrone
gli succhia l’uccello 

esegue il comando 
non fa domande 
non usa il cervello 
è un ignorante 

è impaurito 
per la sua sicurezza 
si vende al più forte 
fa ogni bassezza 

da solo codardo 
in gruppo leone 
in mezzo alle gambe 
gli manca il bastone 

per questo lo porta 
al cinturone 
così sente qualcosa 
che però non compensa 

se ne ha occasione
ti ruba in dispensa 
poi arresta un barbone 
lo chiude in prigione 

missione compiuta 
sei bravo campione 
ha reso il mondo 
un posto peggiore 

fai solo male 
di Dio hai il disprezzo 
e del tuo crimine 
ne pagherai il prezzo
Eh vabbè
eh vabbè
dicon forse 
c’è un perché

anche quando i cieli piangono
e le stelle non si vedono
le ragioni un poco mancano 
e sembra un po’ tutto monotono

nascosto dietro a qualche angolo 
il destino aspetta già

tocca cambiar prospettiva
una nuova iniziativa
far tacere questo rantolo
oscillerà di nuovo il pendolo
Velo di pietà
io scrivo in abbandono
e non per il perdono
di che cosa poi
chissà

che cosa potrà mai essere
tutto questo riflettere
per portarti poi ad ammettere
che c'è qualcosa che non va

solo il silenzio ha le risposte
ma impegnati noi a conoscere
a prendere e contorcere
nel baccano che facciamo
le risposte non le dà

sarà forse ben che venga
il freddo e le candele
l’inverno con la neve
per coprire col suo manto
stendendo un velo di pietà
Fato da fenice
Mille volte son rinato
porto il fato da fenice
qualche toppa a buon mercato
e due mani di vernice
che il mio corpo martoriato
torna nuovo in superficie 
e di ciò che è capitato
resta qualche cicatrice

sopravvivere non è tanto
è guarire che è difficile
provo anche a stare calmo
ma non son molto credibile

se mi lacero la carne
ci sarà qualche motivo
forse è per liberarne
qualche spirito cattivo

non saranno poi le canne
a cambiare ciò che vedo
anche se ne ho fumate tante
il dolore non ci annego

dalle ferite sgorga sangue
che fa male non lo nego
anche se qualche ossa langue
che almeno ne esca l’ego
Sadica speranza
Dicono la speranza
è l’ultima a morire
ma a volte la speranza
è la prima a far soffrire

sarebbe meglio un cielo nero
che una stella da inseguire
che ti stanca solamente
senza mai farsi carpire

che a guardare sempre in alto
poi ti perdi solamente
che se non stringi ciò che è in basso
poi non stringi proprio niente
Spazio aperto
va a finire 
che non è finita
va a finire 
che è tutta in salita
va finire 
che finisce male
va a finire 
che me ne scappo al mare
dove l’orizzonte 
non è un palazzo
a me questa vista 
mi sta sul cazzo
bloccati in casa 
dal temporale 
per ammazzare il tempo
farsi del male 
non è solo questo
non è acqua e sale 
è spazio aperto
libertà di andare
Sale d’aspetto
In sale di aspetto 
a sprecar le forze
con bende e garze
a indurir le scorze 

seduti affianco
senza guardarci
a creare storie
e ridurle in stralci 

tra guadagni e spese 
scadenze e esami 
non ti resta il tempo
quindi non ami 

con lo sguardo perso
aspettando il turno
e la memoria verso
ciò che non ha ritorno
Non cercare di afferrarmi
ti scriverò una poesia 
o vuoi lo faccia in prosa
puoi esser la mia musa
ma io non voglio sposa 

danza un po’ per me 
poi rimani ferma in posa
lascia che ti guardi
sei una pietra assai preziosa  

è inutile ti arrabbi
che diventi anche scontrosa
conosco questa recita
ma mi piaci dispettosa

non cercare di afferrarmi 
è una guerra sanguinosa
come stringere con forza 
lo stelo di una rosa 

ho intenzione di assaggiare
la tua anima curiosa
di sentire il suo sapore
la sua essenza deliziosa

so che ti fingi timida
e di non essere vanitosa
ma io vedo oltre il fumo 
la tua indole orgogliosa 

sai che c’è, facciamo un gioco 
lasciamo perdere ogni cosa 
tu mia gatta io tuo lupo
sarà una notte rumorosa 

a volte questa vita
è davvero spaventosa 
ma sdraiata sul mio petto
dammi un bacio e poi riposa
La luce più buia
Anche se scuoto la clessidra
Ogni granello cade a suo tempo
Forse scuoto solo me
che non sono mai contendo

Le labbra parlano una lingua
Che l’orecchio non può capire
Forse stessi un po’ in silenzio
Mi si potrebbe allor sentire

Poiché la luce più splendente
È anche il buio più accecante
E se brilli solamente
Poi diventi anche scottante

Ci vorrà un po’ do gelo
Un po’ di fame e povertà
A portare nuovo zelo
A dare all’uomo libertà
Antenati
Comincia o finisce
Secca e appassisce
Ma il seme è nel buio
Che La vita acquisisce
Tornato Alla luce
Cresce e fiorisce
Dispiega le ali
Per prendere il volo
Diniega le parti
Che lo tengono al suolo
Ma non la sua terra
Che son le radici
Sono la sua perla
Di lui sa parlarci
Anima mundi
anima mundi
che tutti assecondi
Sovente soccombi
alle usanze più trendy

Affoghi nel brendy
Affondi i tuoi denti
In pane e cipolle
E castelli di bolle

Ma poi torni e sorprendi
Dal buio risplendi
Luce dal passato
Rimosso o scordato

Un nuovo iniziato
Il futuro è schiarito
Il giardino bruciato
Verrà rifiorito
La penna e la spada
la penna e la spada
la scuola e la strada
Lavori di merda
Poi akuna Matata

la strega e la fata
Tra salsa e baciata
La vita è una merda
La vita è una fiaba

Che bella ballata
Marciata o danzata
Coi piedi in catene
E la vista bendata

Corpo senza pene
L’anima dannata
Staremo a vedere
Chi l’ha scampata
Canto di tenebra
Ulula il lupo
cupo canto di tenebra
solo e libero
si autocelebra

udirlo è un tuono
che fa tramare
il suo richiamo
non lo posso ignorare
Ayahuasca
Questa pianta è proprio donna
E la donna è come un fiore
Su i suoi petali anche lo sguardo è pesante
Chiudi gli occhi e senti l’odore
Kemet
Il male è la radice del denaro
Il denaro nasce sporco
E ogni volta che si prende denaro
Qualcun altro soffre un torto

Così come in alchimia
si usa terra sporca e grezza
bisogna allora redimerlo
per generare nuova bellezza

più gioia della sofferenza
che al mondo sa causare
così l’oro può diventare
sacra pietra filosofale

Pacifica resa
io e la prudenza
siamo due cose parte
distanti anni luce
come Giove da Marte

ho cercato la saggezza
perso tra libri e carte
speravo in una formula
ma ho trovato solo arte

la guerra porto dentro
di tempesta sono essenza
e per quanto vado avanti
torno al punto di partenza

ora so che chi protegge
è lo stesso che le manda
e capire cosa vuole
resta un punto di domanda

se ho sbagliato qualcosa
è cercare la risposta
meglio rilassarsi al mare
prendere il sole dalla costa
Tra oriente e occidente
Tra oriente e occidente
Un samurai irriverente
che non lotta per dovere
ma soltanto per passione

Un monaco imprenditore
che non serve alcun padrone
che non cerca fatturato
ma un mondo migliore

ci sarà un mondo perfetto
non ne sono molto certo
ma io lotto sempre duro
e di questo son sicuro
E’ tutto mare
Lo senti il mare
Con le sue onde
Se stai ascoltare
Lui ti risponde

Lo vedi il mare
Tra le sue sponde
Voglio scoprire
Ciò che nasconde

È tutto mare
Se hai vele gonfie
Fatti portare
in ogni donde

Fratello mare
Col tuo rollare
Sei sempre amico
di chi vuol sognare
Sogno di volare
Ho preso i miei sogni
li ho messi da parte
Per non farli morire
Li ho messi su carta

L’ ho fatto aspettando
Diventino veri
Saranno anche sogni
Ma non son desideri

E poi mi stupisco
Di chi riesce a campare
Senza niente nel petto
A cui potersi aggrappare

Tutto finisce
Siamo mortali
Ma non è per questo
Che rinuncio alle ali
Reset
Io sento sto esplodendo
se lo scrivo è bomba carta
ma mi schianto andando a cento
e per ricucire serve una sarta

a sta faccia da coglione
fan visita gli amici
ogni tanto anche un dottore

ora sono tutto rotto
forse serviva proprio il botto
sarà che per curare qualche ferita
ogni tanto rischio la vita
Essenziale
Mentre tutto qua
non sa cos’è
possiamo almeno
essere noi
Coincidentia oppositorum
E mi divido
tra la bestia e il cacciatore
tra l’istinto e la ragione
tra la gabbia e la prigione
entrambi preda e predatore
una lotta di evasione
sopravvivenza è un illusione
per liberarsi a disposizione
una sola chiave
pura intuizione
Ridondante ritornello
Radiosamente reagisco
respingendo riluttante
Rilucenti riflessi
ritornanti rancori
Resta di ricordi
radi ma radicati
Rifiorisco
romantica rosa
Retto e rigido
rosso rugginoso
Restaurato e rinvigorito
ritornato
Ricordo radune rarefatte
rare reminiscenze
Rimosse per il rischio
Di rovinose reazioni
Cascata
avido
impavido
atavico
anelo
al melo
nel cielo

sbadiglio
il ciglio
m’impiglio
rapido
panico
sadico

tiepido
fetido
quieto
mastico
caustico
acido

evito
medito
levito
cadendo
mantengo
l’appiglio
Immolazione
Atleta, poeta
Nel cuore una cometa
Che brucia senza sosta
Che ti sposta dalla strada
Per condurti alla tua meta

Asceta, esteta
Su gli occhi una moneta
Passare per la morte
Per rinascere profeta

Che storia, baldoria
Crisi circolatoria
Passare per le fiamme
Per raggiungere la gloria

È un gioco di un fuoco
A bruciarsi basta poco
Perdersi e trovarsi
Per cercare di scoprirsi
Sul fondo della mia anima
si annidava un serpente
Che io lo liberassi
Aspettava paziente

Stava sotto un minuscolo sasso
Ma è gigante e potente
Come un gaiser è volato in alto
Mostrando la sua pelle splendente

Ha scaglie metalizzate
Dai colori arcobaleno
Muta forma in un istante
La sua bellezza è il suo veleno

È antico come il mondo
Porta i segni di tutte le culture
Ci ho parlato e fatto un patto
Dovrò difendere le sue creature
Psilocibe love
L’amore vero è così delicato
È la carezza sotto i graffi
È il perdono dopo gli sbagli
È l’abbandono…

( ho abbandonato il cercare di concludere la poesia perché la ricerca della parola non era più un delicato abbandono)

(poi dopo la rinuncia, la musica mi ha dato un immagine e le parole)

È l’abbandono di un fiore di ciliegio
Che si stacca liberato
Dal volo di un airone

(ora puoi leggerla tutta insieme, se ti va)

Illusioni
Ogni volta che è successo
avrei scommesso su me stesso
ma adesso sento che è diverso
che quando dormo non ritorni
E nei mie sogni non ci sei più tu

ho fatto a pezzi la parte più fragile
che riparare a volte non è possibile
il libro alle ultime pagine
volate in alto ora fuliggine
cenere amara in una voragine
storia vecchia color di ruggine
Fluttuando
So stare in silenzio
A sostare nel vuoto
Del sacro non fare
Mi faccio devoto
Immerso nell’acqua
Vado verso l’ignoto
Mi verso del vino
Che arresta il mio moto
Mi chiedo se serva
Che provi a far nuoto
L’universo ti osserva
Ti aiuta a suo modo
Tra mito e realtà
Trova un impiego
rispetta il diveito
Per me spirito inquieto
ma che supplizio!
Poi casco nel vizio
per sedare l’istinto
Di rompere tutto
Ma non darmi per vinto
Che non è per sempre
Che questo serpente
Nella sua morsa
Mi terrà bloccato
Tra seta e broccato
Camicia di forza
A me prude la pelle
Io cuore ribelle
Col mito di Achille
Negli occhi scintille
Non sarà da schiavo
Che morirò